1921 - 4 novembre - 2021


Un percorso complesso di ricerca, avviato dall'Archeoclub in occasione del Centenario della Grande Guerra, che ci ha permesso di ricostruire la storia di Licodia e di molti cittadini nel contesto del primo conflitto mondiale. Il risultato delle ricerche venne presentato nel 2018 all'interno di un percorso espositivo e di un catalogo in cui sono state raccolte biografie, foto, testimonianze, cimeli e molta altra documentazione inedita degli oltre settanta caduti e dei tanti reduci e mutilati della nostra comunità. La ricerca, effettuata soprattutto fra gli archivi e le memorie custodite dalle famiglie, ha restituito l'immagine di un momento storico drammatico che a Licodia, come nel resto d'Europa, interessò non solo coloro che partirono per il fronte ma anche la popolazione civile. Oggi, nella giornata in cui si celebra il primo Centenario del Soldato Ignoto italiano (la cui salma venne traslata e tumulata a Roma il 4 novembre del 1921 presso il Vittoriano), vogliamo sottolineare la centralità e l'importanza per una società di coltivare la memoria storica collettiva, uno degli obiettivi che la nostra associazione da sempre si prefigge. Le figure delle madri e delle vedove, perennemente avvolte nelle loro vesti nere, oltre che degli orfani, dei reduci e dei mutilati che cento anni fa si stringevano attorno alla salma del Milite Ignoto sono le stesse che, ancora molti decenni dopo il conflitto, in tutta Italia si ritrovano ogni 4 novembre innanzi alle lapidi ed ai monumenti che ricordano la morte di tante vite al fronte. La mostra ed il catalogo, "1915-1918. Licodia Eubea e i suoi figli nella Grande Guerra", restituirono un interessante spaccato sociale di una comunità segnata e al tempo stesso dinamica e profondamente coinvolta nelle vicende legate al conflitto ed all'immediato dopoguerra. I caduti di Licodia, che riposano nei sacrari e nei cimiteri di tutta Europa, vennero ricordati dalla terra di origine già nel 1925 con la realizzazione del pregevole monumento marmoreo, opera del catanese Salvatore Juvara, fortemente voluto dalle famiglie dei caduti e dall'avvocato Cristoforo Di Martino, figura di riferimento per la popolazione durante il conflitto. L'Archeoclub, anche dopo la chiusura della mostra, ha continuato e continua costantemente ad operare per raggiungere un obbiettivo fondamentale, il restauro dell'opera marmorea di Juvara, che rappresenta nel nostro territorio una delle testimonianze storico-artistiche più interessanti del XX secolo.